viernes, octubre 06, 2006

sudamerica



per Valerio Giardinelli*
Io arrivo in sudamerica, e ovviamente lo faccio con un piccolo aeroplano su una pista di terra battuta in mezzo ad una immensa coltivazione di banane.Ovviamente tutti, anche gli addetti all'aeroporto, indossano un immenso cappello bianco, da noi detto "panama", a falde larghe, ed hanno strabilianti camicie a fiori. Quasi tutti fumano il sigaro.

Subito fuori dall'aereoporto ci sono frotte di donne sudamericane: Bellissime, abbronzate e che ballano anche in mezzo alla strada.

Nella piantagione di banane, c'è un vecchio con pochi denti che appena mi vede alza la testa dal suo lavoro e mi saluta con ampi gesti e urlando qualcosa in spagnolo.
Scopro solo dopo che, data la notoria accoglienza e simpatia dei sudamericani, mi stà offrendo un rum anche se sono le 12.00 del pomeriggio.

Ma non tutto è oro quello che luccica. Il figlio di quel contadino è un narcos, ricchissimo, spietato e che guida, abbigliato di una sola cannottiera bianca ma con capelli e baffi perfettamente impomatati (con la brillantina) una lunghissima macchina tutta nera.

Dietro la piantagione di banane movimenti sospetti: agenti della CIA preparano un golpe. Ma stanno per salutarsi, ormai si è fatto tardi e in sudamerica la sera tutti vanno a ballare in piccole taverne di legno, con le lucine di natale appese tutto l'anno, dove le solite donne ballano ancora meno vestite di quanto non fossero di giorno, ed un cameriere pancione offre mojito a tutti.

Ah! Ecco una cosa che mi sono dimenticato: chi non fuma enormi sigari fuma marjuana. Ma forse mi confondo con il mio viaggio (immaginario) in Jamaica...

Allora, c'è un imprevisto a questo punto della storia.

Per un motivo che non conosciamo ma non ci riguarda, arriva la polizia. I poliziotti sembrano tutti uguali al Sergente Garcia di zorro, ma molto più cattivi. Hanno tutti (perchè poi?) i baffi e enormi manganelli.
Siccome in Sudamerica non c'è un gran rispetto dei diritti (umani, politici e via dicendo) nel giro di 3 minuti mi ritrovo su una vecchia Jeep che fà un sacco di fumo, tra due gemelli garcia diretto alla stazione di polizia. E dire che stavo per provarci con una delle eterne ballerine…

La stazione di polizia è un buco con le pareti bianche scrostate e una cella di sicurezza con le sbarre tutta sporca. Due poliziotti stanno menando di brutto uno legato ad una vecchia sedia di legno....
Il capo della polizia di sudamerica ovviamente è tutto sudato e ha un ventilatore puntato in faccia. Oltre che una pistola carica sul tavolo. Secondo me è colpa di quella della CIA che ho visto...

Fuori dalla stazione c'è una lunga fila di donne piegate dagli anni e dalla fatica del lavoro nei frutteti che piange e chiede la restituzione di un figlio.

Ah! Qui in sudamerica con qualche soldo occidentale puoi ottenere quello che vuoi. Passando ho visto una enorme villa. Mi dicono sia di un mafioso europeo che ha fatto fortuna trafficando droga e ora vive qui, ma prima ci viveva un criminale di guerra nazista nascosto qui per anni...

Praticamente da quando sono arrivato non ho visto computer, ed alla radio danno sempre la stessa musica, ovviamente latioamericana.
Ci sono un sacco di mosche e insetti che ronzano intorno alla radio a batteria che gracchia.

Vediamo... ogni tanto ho visto per strada qualcuno bere del succo con la cannuccia direttamente da un frutto maturo...Frutti tutti tondi enormi e coloratissimi.
Sai che arrivando ho anche visto un pappagallo? Si, in sudamerica è pieno di pappagalli. E di palme.

Però ho visto frotte di bambini correre per strada. Tutti con la faccia sudata e sporca, la camicia strappata e i pantaloni corti. Qualcuno aveva le scarpe, ma rotte.
Appena arrivato tutti mi giravano attorno per portarmi e bagagli e avere qualche soldo. Ma avevano tutti degli occhi bellissimi.

*giovane promessa della narrativa italiana
(la fotografia è di Luis Alejandro Sandoval bambino di 13 anni -con bellissimi occhi- che ha participato al programma Silo-Ve: un'aventura in cui bambini di una 'favela' colombiana combatono la violenza attraverso la fotografia)